Skip to main content

La famiglia è un’organizzazione relazionale che connette tre differenze cruciali della natura umana: la differenza di genere, la differenza di generazioni (che ha come obiettivo e progetto intrinseco la generatività), la differenza di stirpi (rappresentate dalle famiglie di origine della coppia).
La famiglia si fonda sulla relazione coniugale (o unione di coppia) basata sulla diversità di genere e sulla relazione parentale-filiale fondata sulla differenza di generazione e la responsabilità di quella che precede verso quella che segue.
In ottica sistemica viene intesa come un sistema complesso, animato da regole, ritmi e tempi interni, che forma una “personalità propria”, in quanto i modelli di comportamento messi in atto dai singoli membri differiscono dal comportamento esibito dagli stessi all’interno del sistema famigliare, possiede quindi proprietà emergenti che creano una propria gestalt differente dalla somma delle parti che la costituiscono.

La coppia coniugale-genitoriale costituisce un sottosistema specifico della famiglia che acquista la propria identità differenziandosi e distinguendosi dalle famiglie di origine, attuando un nuovo tipo di legame con esse e rilanciando il legame con la generazione successiva: rappresenta quindi il cruciale punto di snodo nella trama generazionale e sancisce il passaggio di eredità materiali e simboliche (valori, tabù, rituali, aspettative, credenze).
La nuova coppia si confronta con le famiglie di origine sia al livello della relazione coniugale, cioè come altra coppia coniugale, sia al livello della funzione genitoriale, cioè come altra coppia genitoriale: in entrambi gli ambiti la nuova coppia è chiamata a costruire un proprio specifico stile relazionale a partire dalle modalità apprese e interiorizzate nelle famiglie d’origine, evitando sia la ripetizione, sia la rottura, a favore invece di una “continuità innovativa”.
Scrive Guidano, (1992): “il gruppo famigliare rappresenta di volta in volta il contesto relazionale in cui l’individualità stessa acquista il senso della sua unicità ma anche della continuità con il passato”.
E’ all’opera un processo generativo quando la coppia riconosce nella rete parentale una fonte identificatoria benefica dalla quale partire per differenziarsi.
Il carattere simbolico-culturale che la generatività riveste per l’uomo fa sì che negli esseri umani la relazione parentale-filiale sia una relazione intergenerazionale lunga; il legame generativo deve essere inteso nella duplice valenza dell’essere generati (le radici proprie e della famiglia nel passato, gli antenati) e del generare (la proiezione propria e della famiglia nel futuro), esso riattualizza il legame fra i vivi e i morti.
La generatività è quindi un processo volto a mettere le generazioni successive nella condizione di “dire e fare di nuovo” in merito al senso e al valore della vita umana; essa non discende in via verticale diretta dai genitori ai figli ma è il frutto dell’incastro di coppia genitoriale e della sua vicissitudine, è un costrutto relazionale che integra desideri, credenze e comportamenti che ruotano attorno al prendersi cura della nuova generazione (dar vita, curare, lasciare andare).
Nella società post moderna o liquida la generatività tende a canalizzarsi nella reinterpretazione, ma anche nell’abbandono dei valori tradizionali da parte delle giovani generazioni alla luce delle sfide individuali che il vivere sociale propone: il rischio è quello della perdita di connessione generazionale.
Viceversa accade di frequente che la nuova generazione non riesca a costruire un proprio equilibrio omeostatico essendo i genitori vincolati al rispetto di premesse, credenze, regole e paradigmi propri delle famiglie di origine, ma disfunzionali al nuovo sistema di coppia e famigliare.

Possiamo riassumere dicendo che un passaggio intergenerazionale positivo implica che i vissuti psichici trasmessi di generazione in generazione vengano sufficientemente gestiti dalle generazioni precedenti, potendo essere così ripresi e rielaborati da quelle successive nelle quali vi è una compresenza benefica di processi di identificazione e differenziazione.
Un passaggio intergenerazionale problematico, viceversa, accade quando il funzionamento dei giovani genitori si accompagna a grandi resistenze a pensare che esista un legame tra il proprio vissuto genitoriale e le esperienze infantili con i propri genitori, ciò conferisce una rigidità alle loro idealizzazioni, e sforzi per mantenerle inconsce (narcisismo dissociato), inoltre vi è un’alterazione dell’equilibrio di coppia (passaggio da una relazione a due ad una relazione a tre), modificazioni strutturali e d’investimento.
Se la funzione genitoriale è disturbata e influisce sulla relazione genitore-bambino vi sarà un’influenza sulla personalità e sviluppo del figlio, sulla struttura delle difese e sulla rappresentazione riguardo alle aspettative relazionali.
Dr Elena Ortolan

Bibliografia
• Walsh F. (1995) “Ciclo vitale e dinamiche familiari” Angeli, Milano
• Scabini E. Cigoli V. (2000) “Il famigliare, legami, simboli e transizioni” R. Cortina, Milano
• Loriedo C. e all. (1995) “Famiglia: continuita’, affetti, trasformazioni” Angeli, Milano
• Andolfi M., Angelo C., “Famiglia e individuo in una prospettiva trigenerazionale” Terapia Familiare n. 19, A.P.F., Roma, 1985