Per il bambino imparare a riconoscere e regolare le proprie emozioni è una capacità fondamentale che deve poter sviluppare appieno durante gli anni della crescita.
Numerose ricerche hanno infatti dimostrato che tale capacità è strettamente connessa a quella di modulazione attentiva, di espressività emotiva, alle capacità cognitive e ai disturbi della condotta.
Un bambino in grado di riconoscere e regolare le proprie emozioni possiede la capacità empatica di comprendere anche negli altri emozioni, intenzioni e aspettative e dispone delle risorse mentali per affrontare relazioni interpersonali positive o conflittuali.
Bambini che invece presentano aspetti di disregolazione emozionale presentano significative difficoltà nella modulazione del comportamento con ricadute sul processo di adattamento sociale ovvero sulla costruzione di relazioni interpersonali soddisfacenti a livello scolastico, famigliare e amicale.
Tali difficoltà possono declinarsi in disturbi di tipo internalizzante o esternalizzante:
I disturbi emozionali di tipo internalizzante si caratterizzano per difficoltà emotive e comportamentali con sintomi di ipercontrollo, eccessiva tendenza a regolare i propri stati emotivi e cognitivi sfociando in problematiche di ansia, paura, vergogna, bassa autostima, tristezza, ritiro e sintomatologia psicosomatica.
I disturbi emozionali di tipo esternalizzante sono propri di quei bambini poco capaci di inibire stati emotivi di rabbia, sofferenza e disagio. Le manifestazioni più tipiche sono la pretesa che i propri bisogni abbiano la precedenza, il ricorso all’aggressività verbale e/o fisica, l’impulsività, l’irascibilità, l’iperattività, l’eccessiva esuberanza o i disturbi della condotta con agito oppositivi o trasgressivi.
E’inoltre interessante sottolineare quanto la difficoltà nella gestione delle proprie emozioni sia strettamente connessa con la capacità di modulazione attentiva: per un bambino riuscire a focalizzare e regolare la propria attenzione implica la consapevolezza dei vissuti emotivi che lo attraversano, con la possibilità di poterli modulare e controllare: “(…) allo stesso tempo una maggiore capacità di modulazione dell’attenzione permette al bambino di focalizzarsi sugli stimoli sensoriali, coordinandoli tra loro e facilitando la regolazione dei sistemi di reazione, con la conseguente organizzazione delle risposte comportamentali ed emotive” (Reider e Cicchetti, 1989).
Ne deriva che i bambini più competenti nella regolazione delle emozioni e che mostrano maggiore sicurezza emotiva, sono anche più abili nell’elaborazione delle informazioni con prestazioni migliori in termini di apprendimento e nelle abilità cognitive.
Dr. Elena Ortolan – Direttrice C.E.P.I. https://cepiseregno.it/